sabato 18 dicembre 2010

QUELLO CHE I POLITICI DOVREBBERO SAPERE

Ci stiamo ormai avviando alla chiusura di questo tormentato 2010 e anche quest’anno purtroppo il bilancio non può certo giudicarsi positivo. Nonostante i tiepidi tentativi da parte della stampa accreditata di diffondere qualche speranza di ripresa della nostra economia, abbiamo dovuto assistere impotenti ad un peggioramento della situazione macroeconomica.

Se qualcuno tuttavia si era illuso che almeno la nostra politica fosse in grado di lenire questa pesante situazione con interventi responsabili e non semplicemente demagogici e di facciata, purtroppo oggi deve constatare che la nostra Italia si trova a navigare in un mare impetuoso priva di un nocchiero tenace e determinato nel volerla sottrarre veramente agli abissi.

La speranza allora di riuscire a navigare in acque più tranquille la si rimanda all’anno nuovo con la solita illusione che qualcosa e/o qualcuno possa cambiare in qualche modo la storia.

Magari si penserà che dovendo festeggiare 150 anni della sua “navigazione unitaria” sia arrivato il momento di sottrarla alle onde e riportarla nel porto dove fare quei necessari interventi di ristrutturazione che le consentiranno di solcare nuovamente gli oceani.

Se questa fosse l’idea, allora è il caso di far sapere ai “politici ristrutturatori ” della nave, dove si nascondo le ammaccature più insidiose per evitare che passino inosservate:

Utopie

E’ ormai finito il tempo delle utopie ideologiche. Il comunismo come il fascismo hanno per fortuna concluso la loro portata storica.

Mercato e concorrenza

Non è possibile pensare di ridurre ogni campo della vita umana a solo atto mercantile.

Il concetto di mercato concorrenziale così come ci arriva dalla tradizione, rimanda ad aziende sostanzialmente piccole. La concorrenza perfetta è rimasta solo una mera teorizzazione accademica. Oggi chi fa da padrone sono le multinazionali e il sistema bancario e finanziario.

Come ha dimostrato autorevolmente ormai da tantissimi anni Piero Sraffa anche agli accademici di Cambridge, la teoria marginalista è inconstistente. L’idea di un mercato autoregolato appartiene alle utopie.

Privatizzazioni

Non si può pensare di privatizzare tutto, solo gli stupidi possono pensare a frasi del genere “meno stato e più mercato”. Lo Stato di una Nazione deve avere comunque un ruolo regolatore nel sistema economico-sociale. Esso deve essere garante del benessere sociale e non va confuso acriticamente con uno Stato assistenziale.

Scarsità delle risorse finanziarie

La limitatezza delle risorse monetarie e finanziarie è una mistificazione. Non esistono limiti alla creazione di mezzi finanziari a patto che, gli stessi, siano investiti produttivamente per creare ricchezza, solo in questo modo non si genera inflazione ed è possibile creare lavoro, sviluppo e benessere per tutti.

Banche e Banche Centrali

Il sistema bancario rappresenta la grande “onda anomala” in grado di abissare qualunque nave di qualunque stazza e portata. Il loro potere di creare denaro dal nulla è uno dei più grandi problemi da risolvere se si vuole sperare ancora di navigare con serenità. In una economia creditizia la creazione di moneta è endogena e non esogena al sistema. Bisognerebbe limitare il denaro da destinare alla speculazione rispetto a quello rivolto agli investimenti produttivi.

Banca d’Italia

Si tratta di un conflitto di interessi di gran lunga più grande di quello solitamente noto a tutti. La Banca d’Italia è di fatto una struttura privata controllata da coloro che dovrebbe in realtà controllare. Una vera Democrazia dovrebbe vigilare seriamente su questi rapporti.

Globalizzazione

La globalizzazione così com’è serve solo ad impoverirci. Infatti essa fa leva solo ed esclusivamente sulla competizione dei prezzi e sull’esportazione e non tiene conto dello sviluppo e della soddisfazione della domanda interna agli Stati. Le Istituzioni Internazionali che la governano, dovrebbero seriamente e onestamente rivedere il loro operato.

PIL

E’ un indicatore che non serve a misurare il benessere di una collettività. Va ripensato anche in funzione di una economia più sostenibile e maggiormente focalizzata sulle persone e sulla loro vita. A cosa serve avere un'alta percentuale di PIL se poi si sprofonda nella spazzatura, nel crimine, nell’inquinamento, in città fatiscenti, in scuole che cadono a pezzi, nella mancanza di servizi sociali...etc.etc.

Unione Europea

Il trattato di Maastricht non è il Vangelo e quindi può essere rivisto in alcune sue parti essenziali. L’Euro, rappresenta una risposta fatua ai problemi economici e monetari dei paesi europei. Siamo di fronte ad una riaffermazione di un liberismo economico che confonde l’iniziativa privata con la salvaguardia ad oltranza di posizioni privilegiate.

Ora non resta che aspettare come sempre l’anno nuovo e sperare che tutti i politici siano più attenti e concentrati e che nel frattempo, il mare si calmi e la nave continui a reggere.

Milano 15/12/ 2010


Bibliografia utile:

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