domenica 3 ottobre 2010

LA MALEDIZIONE CINESE

“…Che tu possa vivere in tempi interessanti!” È una “raffinata” maledizione cinese che in questo momento storico sembrerebbe quasi essere rivolta a tutte le economie occidentali che stanno sprofondando in una fortissima crisi economica e sociale.

Vivere tempi interessanti, per i cinesi, significa attraversare un periodo di forte cambiamento nel quale tutti i punti di riferimento e le certezze acquisite crollano d’un colpo, mettendo così a dura prova la resistenza e la capacità di sopravvivere al drastico cambiamento.
Eppure, nonostante questa traumatica sensazione che molti purtroppo avvertono, questi periodi così tumultuosi per l’economia e la politica in generale, rappresentano forse più che una maledizione, una grande opportunità per tutte quelle coscienze in grado di togliere la maschera e i filtri al funzionamento di questo sistema economico per comprenderlo finalmente fino in fondo.

Quello che forse bisogna sapere per non farsi sopraffare è che quest’ultimo, ha creato un’allucinazione di scarsità della risorsa monetaria facendoci credere che la stessa sia limitata da fattori esterni all’economia e quindi generabile solo attraverso un meccanismo di indebitamento. Questo inganno strutturale e anti-scientifico purtroppo non solo genera conseguenze e sofferenze molto pesanti per le genti ma porta gli uomini a comportamenti assolutamente innaturali.

Questi “tempi interessanti” però oggi ci consentono di capire quell’importante legge, o costante, dell’economia reale secondo la quale, avallando e condividendo anche politicamente un modello economico basato su dati di comodo allo scopo di ricavarne un profitto a breve termine, prima o poi, quel modello provoca danni incalcolabili sulla collettività anche se, questi ultimi, si manifestano in tempi successivi e su soggetti diversi da chi li ha provocati.

La stessa globalizzazione voluta principalmente dalle oligarchie finanziarie e fatta passare come la nuova El Dorado, in realtà sta rendendo l’economia sempre più schizofrenica.

Per capirlo basta riflettere su cosa avviene al livello micro di ogni singola impresa e a livello macro di economia aggregata.

L’impresa se vuole rimanere sul mercato dovrà necessariamente tagliare i costi e sacrificare sull’altare della competitività: l’occupazione, la salvaguardia dell’ambiente, la salute etc.. A livello macro invece, occupazione ed ecosostenibilità dell’ambiente assurgono a valori da difendere e da perseguire con opportune politiche economiche.

In tutta questa follia globale, le nostre economie si svuotano sempre più della loro capacità produttiva per trasferirla nei paesi dell’est e scoprire poi che, quegli stessi prodotti una volta resi “competitivi”, saranno venduti nei nostri stessi paesi che nel frattempo hanno perso buona parte del loro potere d’acquisto. Intanto la Cina con la sua moneta sovrana, cresce a ritmi vertiginosi e fa shopping di asset in ogni angolo del mondo non curandosi del fatto che quei paesi, ormai svuotati della maggior parte delle loro aziende migliori e per il fatto di doversi pagare la propria moneta, sono costretti a muoversi come le lumache sperando in una possibile ripresa di pochi punti percentuali.

Allora forse è il caso di riflettere seriamente (ma la politica e il corpo mediatico che la sostiene riuscirà a farlo?) su concetti come moneta, profitto, lavoro e tecnologia affinché si possa continuare a parlare di imprenditorialità, di creatività, di innovazione, di sviluppo e forse di un futuro per le nuove generazioni.

Se ciò sarà possibile, a quel punto saremmo passati dalla miope visione “tolemaica” dell’economia a vantaggio di pochi a quella “copernicana” a vantaggio di molti e avremmo trovato certamente l’antidoto contro ogni possibile anatema che ci consentirà di vivere serenamente ”… in tempi interessanti”.


Milano 23.09.2010

Pubblicato su: http://www.galatina.it/